27-05 TO-Concerto gratuito per la libertà d’informazione Piazza Castello

Concerto gratuito.
Per la libertà di informazione.
A difesa di Radio Blackout 105.250 fm.
Contro la chiusura degli spazi di libertà.
Contro la chiusura di Radio Blackout 105.250 fm.

Piazza Castello, Torino

::: SPEGNI LA CENSURA, ACCENDI BLACKOUT! :::

Dal 1992 Radio Blackout 105.250 fm è una radio no profit,
volontaria, autogestita, che non gode né di finanziamenti pubblici né
privati, ma vive solo dei propri mezzi, del frutto dell’impegno di chi
la radio la forma e la fa giorno per giorno, negli eventi pubblici e
non. Una radio che vuole dare voce a tutte le lotte sociali, alle
minoranze dimenticate e in lotta, a tutti gli scartati dai media
tradizionali, dall’indubbiamente manipolata “informazione pubblica”.
Pochi peli sulla lingua, molta sostanza, molto realismo, concretezza e
cinismo. Per farla breve, diciamo le cose come stanno, senza
intermediazioni, senza editori o spinte e strattoni di alcun tipo.

Il 30 novembre 2009, è venuta in scadenza la concessione dello
stabile di via Cecchi che (per ora) ospita Radio Blackout. Il 2
dicembre, ci viene frettolosamente comunicato che in ragione della
rifunzionalizzazione dell’area (ricordate, l’accordo Comune di Torino –
Associazione Vodafone Italia e Umana Mente?) non potrà darsi corso al
rinnovo. Tuttavia, visto che una radio non può fare le valige come un
qualunque sfollato-scacciato-esiliato, abbiamo il “congruo” termine di
rilascio di 4 mesi.

Negli ultimi mesi il Comune di torino ci ha comunicato un’ulteriore
proroga del contratto fino al 30 giugno 2010. Ma, a sentire loro,
questa sarà l’ultima proroga. Non ne verranno assegnate altre.

SPEGNI LA CENSURA, ACCENDI BLACKOUT! E’ una campagna a sostegno e difesa delle libere frequenze.

ASCOLTA*SUPPORTA*SOSTIENI Data di scadenza, 30 giugno 2010. Noi l’etichetta sul tappo, non la troviamo..

Radio Blackout 105.250 fm – Associazione culturale
via cecchi 21/a, Torino
www.radioblackout.org

 

15-05 Benefit Radio Blackout Asilo Squat

 

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Sabato 15 maggio 2010 a partire dalle ore  21 all Asilo Squat via alessandria 12, Torino, benefit Radio Blackout!
Nlel corso della serata presentazione della GUIDA ILLUSTRATA AL FRASTUONO PIU’ ATROCE vol. 2, fuori ora per LAMETTE COMICS!

A seguire presentazione della compilation BRIGADISCO vol2. Si alterneranno sul palco:

– FUZZ ORCHESTRA da Milano  http://www.myspace.com/fuzzorchestra

– CARTAVETRO da genova http://www.myspace.com/cartavetro

– VATOS LOCOS AND THE ULTRAVIXEN

E subito dopo i concerto dj set con Radio Kebab e Bagheisce

12-05 Turin 4 occupations searched, 3 people arrested

From: www.informa-azione.info

Turin
– 4 occupations searched, 3 people arrested and others to house
arrest


Waiting for news, we communicate that,
around 6am of the mourning, the digos (political police, ndt) has
searched many occupations (Asilo, Barocchio, Mezcal, Askatasuna) and
houses, arresting three people, notifing some house arrests (it seems
they’re 4 people) and to others,
the
requirement to sign in at the local police station. The repressive
operation it’s a revenge for the riots occurred on the
first
eviction of L’Ostile
, the restricted measures are emaned by PM
Rinaudo. There’s a public assembly today afternoon at Mezcal Squat to
organize future iniziatives.

For live updates listen to [also in
streaming]
Radio Blackout, 105.250FM in Turin.

Attestation of Asilo Squat:


At six of the mourning digos and forces
of police came in front of Asilo Squat: “It’s for a notification”
they said to the occupant, that came after police intent to brake
down the front door. In fact is not a simple notification, it’s a
search with arrest of one of the occupant, and we actually don’t know
why they arrest him, with what charges and without knowing if and
when he will be released.


Police and digos have braked down many
doors with hammers and metal bars, insulted and jostled the
occupants, guilty of reluctance to open the door to the police.


Same searches are happening in
Barocchio and Mezcal Squat, other two occupated places in Grugliasco
and Collegno, and in private houses.


The hypothesis is that all the matter
is about riots occurred at half december in Turin, followed the
eviction of the occupated place L’Ostile.


While we write, the police is going out
from Asilo, and in the meantime they’re searching in Barocchio and
Mezcal Squat.

Statement spread by
www.tuttosquat.net:

Turin, 12nd may 2010


This mourning, at first light, the
digos of Turin police headquarters have searched the occupated houses
Asilo, Barocchio and Mezcal, the social centre Askatasuna and private
houses. The scene is about the eviction of the occupated space
L’Ostile in Corso Vercelli, happened the 10th
december
2009.


The restrictive measures beats 16
friends: 3 arrested people, one lives at Asilo. 4 with
the
house arrest, of whom a boy and a girl living at Asilo Squat. 9 with
the requirement to sign in at the local police station daily.


SOLIDARITY TO ALL
THE PEOPLE AFFECTED BY REPRESSION

This
evening, 12
nd
of may, at 7:00pm we discuss about it at Mezcal Squat

12-05 TO 4 Occupazioni perquisite, 3 arresti per disordini sgombero L’Ostile

English translation

Torino 12 Maggio 2010

Questa mattina, all’alba, la digos della questura di Torino ha
effettuato varie perquisizioni nelle stanze delle case occupate
Asilo, Barocchio e Mezcal, del centro sociale Askatasuna ed in case
private. I fatti riguardano lo sgombero dello spazio occupato Lostile
di corso Vercelli, avvenuto il 10 Dicembre 2009 .
.
Le misure cautelari riguardano 16 compagni: 3 arrestati, fra loro  un
ragazzo dell’Asilo. 4 con l’obbligo di firma, fra cui una ragazza ed un
ragazzo abitanti presso l’Asilo Squat. 9 con l’obbligo di firma
giornaliera.

SOLIDARIETA’ A TUTTE LE PERSONE COLPITE DALLA REPRESSIONE
 
 Seguiranno aggiornamenti

Per telegrammi e prossimi appuntamenti:

http://tuttosquat.net/news/sabato-presidio-in-piazza-della-repubblicagiulio-cesare-e-sotto-il-carcere-vallette/

 

21-5 Mikamale teatro L’importanza di lavarsi presto

Mikamale teatro:
L’importanza di lavarsi presto

Data Luogo Per informazioni
21 Maggio, 2010 – 21:00

Cascina Roccafranca, via Rubino, 45

Torino

segreteria@mauriceglbt.org

011 5211116

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2005 Il vaticano censura Indymedia

un documento trovato nella rete e datato 2005…

Censura in rete (2005)

Per questo fotomontaggio Indymedia è sotto sequestro

Censurare un sito come Indymedia, o mettersi
minacciosamente a caccia dei presunti "responsabili", equivale a
mettere sotto processo un preside perché sui muri della sua scuola sono
comparse delle scritte offensive.

Fotomontaggio censurato

Il gip di Roma Marco Patarnello ha disposto il sequestro preventivo del
sito italiano di Indymedia, la rete di informazione indipendente nata nei giorni della rivolta di
Seattle. Motivo, la pubblicazione di una fotografia di papa Benedetto XVI in divisa da nazista (foto
1), praticamente la stessa foto che è stata
sparata in prima pagina dal Sun di Murdoch (foto 2), il giorno dopo la fumata bianca. E’ da sottolineare
il fatto che l’iniziativa arriva nonostante il fatto che la Consulta abbia dichiarato incostituzionale
l’articolo 402 del codice penale, quello relativo appunto al vilipendio alla religione. Comunque
resta in vigore l’articolo 403 che parla di "offesa per villipendio di un ministro del culto cattolico".
Ed è probabile che sia questo l’articolo su cui si è appoggiato il gip di Roma.

Il capo della procura Giovanni Ferrara e il pm Salvatore Vitello, comunque, sono stati costretti
a firmare una rogatoria per notificare il provvedimento del giudice in Brasile visto che indymedia.
org risulta facente capo a un indirizzo brasiliano. Vero è che si appoggia a un provider estero secondo
un’abitudine consolidata e assai diffusa fra i siti affiliati alla rete di controinformazione più famosa
del mondo, per aggirare le svariate iniziative censorie che colpiscono sempre più spesso la rete,
forse l’ultimo territorio dove le informazioni scomode possono pascolare più o meno indisturbate.

L’iniziativa è infatti solo l’ultima della serie. Il 7 Ottobre 2004 l’Fbi ha fatto irruzione negli
uffici statunitensi della Rackspace, società che gestisce i server che ospitano molti siti locali
di indymedia, fra cui italy. indymedia. org. Gli agenti sequestrano alcune macchine e poi spariscono
nel nulla. Dopo una settimana di silenzi, ipotesi e attestati di solidarietà, l’ufficio legale di
Indymedia Italia viene a sapere che l’ordine è partito dalla pm di Bologna Morena Plazzi che aveva
chiesto l’acquisizione di informazioni nell’ambito dell’indagine sulla Federazione anarchica informale.
Nessuno però aveva chiesto il sequestro delle macchine né degli hard disk che infatti, il 13 ottobre,
vengono restituiti ai legittimi proprietari. Sugli hard disk sequestrati c’erano tutte le informazioni
pubblicate da decine di migliaia di attivisti nello spazio aperto che affianca quello ufficiale,
gestito dalla redazione, ma non c’erano i loro indirizzi né, quindi, alcuna possibilità di rintracciarli.

Copertina del giornale Sun

Ma la censura non colpisce soltanto gli "indyani". All’inizio di aprile l’Fbi ha inviato due mandati
di comparizione all’amministratore del server flag. blackened. net, punto di riferimento per anarchici
di tutto il mondo che ospita numerosi siti internet e forum di discussione. In due occasioni differenti
l’Fbi ha intimato la consegna degli indirizzi dei visitatori di alcuni siti ospitati sul server,
tra cui il popolare Infoshop News, perché contenevano messaggi di «istigazione alla violenza». Naturalmente
il gioco può essere truccato facilmente: basta infilare messaggi provocatori nello spazio libero,
ed ecco pronta la scusa per l’intervento delle forze dell’ordine. Se si va indietro nel tempo la
lista delle vittime dell’Fbi aumenta. I casi più noti a livello internazionale riguardano la chiusura
del sito Raise the Fist, l’arresto del webmaster (progettista di siti) Sherman Austin e il particolare
accanimento contro molti altri snodi del network Indymedia, soprattutto in prossimità di eventi considerati
a rischio. Considerando l’importante ruolo che il network ha svolto raccogliendo testimonianze, foto
e riprese video sugli eccessi della polizia durante le contestazioni – a Seattle, Praga, Genova,
Washington e via dicendo – le autorità si premurano di rendere la vita difficile ai cyber attivisti
soprattutto in prossimità delle manifestazioni di protesta.

Ma anche in Italia i censori si danno da fare. Sono stati chiusi accadeinsicilia, un paio di siti
RdB/CUB che si occupavano di lavoro precario e brigaterosse. org, che si occupava di un’analisi storica
del periodo. Si è arrivati a sfiorare il grottesco quando è stato ordinato il sequestro del sito
dell’Unione nazionale carabinieri che, nel dicembre scorso, è stato chiuso d’ufficio per avere adottato
la pericolosa abitudine di denunciare malefatte e abusi all’interno dell’Arma. In realtà dall’ultima
iniziativa dei magistrati traspare una totale ignoranza di alcuni concetti basilari del cyberspazio
e dell’informazione in rete.

Prima di tutto Indymedia non è in Italia o in Brasile: è semplicemente ovunque perché è in sostanza
una rete con server sparsi per tutto il pianeta. Se ne viene chiuso uno d’autorità bastano un paio
di giorni per allestire un mirror, un sito specchio che può riproporre, in parte o integralmente,
i contenuti del sito originale. In secondo luogo Indymedia è concettualmente più simile a una bacheca
che a un giornale. Chi si collega lo fa per avere accesso alle informazioni che vengono ignorate
o distorte dai media ufficiali ma anche per sapere cosa pensa la gente comune e, magari, per dire
la propria. A differenza dei lettori o dei telespettatori, l’utente di un sito come Indymedia non è un
fruitore passivo ma interviene, commenta, mette in comune quello che sa e talvolta, manifesta la
propria incazzatura in modi più o meno coloriti, il che non significa condividerli. Censurare un
sito di questo tipo, o mettersi minacciosamente a caccia dei presunti "responsabili", equivale in
sostanza a mettere sotto processo un preside perché sui muri della sua scuola sono comparse delle
scritte offensive.

Sabina Morandi
Roma, 5 maggio 2005
da "Liberazione"

Ecce velum Incontro in università 13-5

Ecce velum: incontro in
università

Data Luogo Per informazioni
13 Maggio, 2010 – 18:00

Palazzo Nuovo

Via S. Ottavio, 20

segreteria@mauriceglbt.org

011 5211116

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Torino – Caccia alla Sindone 08-05

Torino – Caccia alla Sindone

caccia.jpg

sabato 8 maggio 2010

partecipa alla


grande CACCIA ALLA SINDONE !!!



4 PROVE DI FEDE E 1 MIRACOLO!


Come partecipare:


crea il tuo equipaggio (max 4p),
trova un nome,
procurati una macchina foto e un telefonino,
iscriviti:

giovedì 06 dalle 21 alla piola di Radio Blackout

– mandando una mail ad asilosquat@autistici.org

– presentandoti direttamente sabato all’Asilo

La caccia partirà dall’Asilo alle ore 15.30.


Entro le 19 ogni gruppo dovrà superare 4 prove e inventare 1 miracolo.
Liberati dalla religione e scatena la fantasia più dissacrante…

A seguire raccolta delle testimonianze di fede per il conclave e aperitivo bellavita all’Asilo.

 


Consegna delle onorificenze pontificie e dissacrAzione dei vincitori
al Barocchio Squat dalle ore 00:00

 


Related Link: http://tuttosquat.net/

Giardini irreali benefit Blackout 25-4

foto giardini irreali benefit Blackout 25-4-2010


12 ore di informazione, cibo, alcool, teatro e non solo

striscione

striscione

..e non doveva neppure svolgersi!!!

Per non disturbare nè turbare i pellegrini accorsi ad ingrassare le tasche dei paladini del liberticidio: stato e chiesa.

Alle 13, infatti, la situazione era surreale: nella piazzetta
antistante il FENIX (giardini irreali, corso san maurizio angolo via
rossini), bloccando ogni via d’accesso, non graditi ed auto-invitati
stazionavano 3 camionette di polizia, 2 camionette e 4 pattuglie di
carabinieri, 40 agenti schierati, solito gruppone di digos, oltre
naturalmente ad altri mezzi e uomini sparsi a ‘proteggere’ i pellegrini
in processione verso piazza castello.

In dieci minuti, sotto gli sguardi torvi e rabbiosi di questi loschi figuri, viene montato tutto: distribuzioni, griglia, bar.

Pian piano e rammaricate le forze del disordine si allontanano un po’,
restano comunque una pattuglia lato via rossini e una camionetta su
corso san maurizio a bloccare i passaggi, dando prova di grande
stupidità ed inettitudine, tra ordini, rettifiche e manovre insensate
(la pattuglia su via rossini si è mossa almeno CINQUE volte avanti e
indietro di pochi metri, tornando sempre allo stesso posto, con 8-10
uomini appoggiati sopra – e ben chiusa con l’antifurto). L’intera zona
è stata presidiata da uno spiegamento spropositato di papponi
lautamente pagati da denaro pubblico, sfoggiando bassezze culturali
anche verso i propri simili, sintetizzate dal romanaccio ‘aho bella
vièqquà n’attimo’ rivolto da un poliziotto ad una carabiniera (che di
bella aveva ben poco). Attorno alle 23, provati da 10 ore di cazzeggio
più totale ed ira repressa, i mercenari dalle narici intasate hanno
ridotto l’inquinamento visivo privandoci della loro presenza, soltanto
una pattuglia di digos stoicamente resisteva fino alla conclusione,
avvenuta intorno all’una e mezza.

LE ANARCHICHE E GLI ANARCHICI, invece, in questa giornata
all’insegna dell’antifascismo, anticlericale, libertaria e festosa,
hanno snobbato la scomoda presenza dedicandosi ad occupazioni ben più
importanti: distribuiti migliaia di volantini, presenti le distro di
FENIX, Radio BlackOut, centro documentazione ‘Il Porfido’, federazione
anarchica torinese.

L’intera giornata era inoltre benefit Radio BlackOut, e senza dubbio
l’aspetto economico ha superato le più rosee previsioni, esaurite
diverse centinaia di litri di alcolici e migliaia di panini, tutto
naturalmente a prezzi popolari.

Sono stati letti alcuni comunicati (ne trovate uno sotto) e si è
svolto un breve spettacolo teatrale, azzeccata rivisitazione della
fiaba di cappuccetto rosso, col lupo ratzinger che agisce indisturbato
ed il cacciatore padoin a tutelarlo.

Seguono foto e volantino letto e distribuito a migliaia di passanti/curiosi/automobilisti

Si replica sabato 1 primo maggio dopo la Sacra Processione Anticlericale al corteo dei lavoratori

folla festosa

folla festosa

25 APRILE: DOPO LA LIBERAZIONE, L’INGANNO

Il 25 aprile del 1945 tutta l’Italia si fermò per
celebrare la fine del ventennio fascista e con esso la fine di una
sciagurata stagione politica contrassegnata da una feroce e sanguinosa
dittatura. Ma nelle speranze di coloro che contribuirono attivamente
per contrastare il regime, la fine del ventennio avrebbe dovuto
coincindere con l’inizio di una nuova era, un’epoca all’insegna di
un’inedita pace tra i popoli.

Ad animare la resistenza infatti furono tutti quegli uomini
che preferirono il carcere, il confino di polizia, l’esilio alla
sottomissione; tutti quegli uomini che per oltre vent’anni non dettero
tregua al fascismo e lo combatterono ovunque fosse stato possibile
(pensiamo ai giovani disertori e agli stessi anarchici che la
resistenza la iniziarono già negli anni venti con Lucetti – famoso per
le sue bombe contro il duce – e in particolare con gli Arditi del
Popolo, unica forma di resistenza organizzata contro le squadracce
fasciste).

Questi uomini lo facevano spinti dalle grandi idealità storiche attive nelle loro coscienze.

Oggi, a distanza di 65 anni anni da quella data, la
sensazione che si ricava volgendo lo sguardo alla situazione
complessiva è quella di un tradimento totale rispetto a chi scelse la
lotta armata in vista di un mondo migliore.

Il paese in cui viviamo è la dimostrazione più lampante delle
contraddizioni e dei limiti insiti in qualsiasi forma di democrazia.

Dietro alle false promesse di un bipolarismo di facciata, il sistema
democratico rivela il suo autentico volto: un paese dove le storiche
contrapposizioni ideologiche sono state progressivamente sacrificate
sull’altare di un populismo senza ritorno, una corsa all’ultimo voto
dove il razzismo più bieco e l’intolleranza verso il diverso diventano
la chiave del consenso.

Ora per capire come sia stato possibile creare una simile
situazione e quali fattori abbiano contribuito a determinarla è forse
necessario analizzare alcuni accadimenti che si sono verificati subito
dopo la fine della resistenza. In quei giorni i rappresentanti della
vecchia classe dirigente (responsabili della guerra e della miseria
conseguente) seppur sconfitti riuscirono con grande accortezza
diplomatica a riconquistare lo scettro dell’antico potere (basta
ricordare che nelle questure i dirigenti di polizia rimasero pressochè
gli stessi del ventennio). Ebbero dalla loro gli equilibrismi e i
compromessi del potere ma soprattutto un insperato connubio tra
partiti, sindacati e padroni.


In quei giorni vi furono molti che non insorsero, che non si
ribellarono ma che seppero immediatamente ricollocarsi nei quadri alti
del potere. Costoro per interi decenni hanno lavorato a mistificare i
pensieri e le azioni di quanti invece si sacrificarono allora.

In questa versione edulcorata la guerra partigiana non è più la lotta
di un popolo alla macchia ma il riscatto di una nazione in armi, il
partigiano non sarebbe perciò insorto per una scelta morale ma per amor
di patria o per la gloria e la vittoria di un partito.

Risulta in questo senso altrettanto fuorviante il
parallelismo storico tra il primo e il secondo risorgimento, risultato
di una interpretazione storica che mira a preservare il potere nelle
sue fondamenta.

Nella rievocazione reiterata e densa di retorica che ormai caratterizza
il 25 aprile vi ritroviamo infatti tutta l’ipocrisia e l’ambiguità di
un sistema statale che può mantenersi in piedi soltanto attraverso la
menzogna e l’annientamento sistematico dell’individuo.

Per noi libertari l’importanza del 25 aprile è invece legata
alla consapevolezza che l’avvento di una qualsiasi forma di governo
manterrà sempre in moto la macchina statale dell’inganno storico: gli
eserciti, la guerra, lo sfruttamento e la galera.

Contro la dittatura democratica. Torino Squatter, anarchici e libertari

foto

author by SquatYourWorldpublication date lun 26 apr, 2010 18:16Distribuzioni libertarie

Fenix!

Fenix!

Centro di documentazione Porfido

Centro di documentazione Porfido

Distribuzione della radio

Distribuzione della radio

Radio Blackout

Radio Blackout

federazione anarchica torinese

federazione anarchica torinese

Fotocronaca della giornata

12 ore di musica non convenzionale


12 ore di musica non convenzionale

specchio semantico


specchio semantico

scenografia della fiaba

scenografia della fiaba

festa fino a notte

festa fino a notte

la fiaba dei puffi non era prevista

la fiaba dei puffi non era prevista

Primo Maggio Corteo Papessa a Torino

da indy piemonte: foto Primo Maggio Corteo Papessa a Torino

Un successo senza precedenti, decine e decine di migliaia di persone
hanno applaudito lo sgangheratissimo spezzone anti-clericale

TorinoSquatter

TorinoSquatter

In coda alle varie istituzioni, partitini ed aspiranti tali, l’unico
spezzone che ricordasse il fattaccio del giorno seguente (discesa del
papa in città) è stato acclamato con un’enfasi incredibile, anziani,
signore, famiglie, tutt* plaudenti e divertit*, tra una risata e
l’altra anche tanta comunicazione anticlericale, efficacissimi slogan,
fragorosi applausi.

Finchè giunti in piazza castello LA QUESTURA E LE FORZE DELL’ORDINE,
probabilmente infastiditi da cotanto apprezzamento per la parata
anti-ecclesiastica, ed ancora freschi dello smacco ricevuto il giorno
prima (riconoscimento fallito
da parte dei due tirapiedi leghisti), hanno palesemente provocato le/i
partecipanti frapponendo un cordone ridicolo (15 unità) e bloccando il
passaggio. Precisiamo (com’è evidente dalle foto) che una folla di
migliaia di persone ha potuto osservare l’ennesimo intervento militare,
assolutamente ingiustificato, consci della totale immunità conseguente
dall’indossare una divisa. Pochi minuti di battibecco, un piccolo
tafferuglio, il vicequestore ferito e scatta l’arresto.

Lo spezzone anticlericale decide di continuare comunque il corteo,
come prestabilito, torna su via po, via rossini, sfila accanto al fenix
blindatissimo, la polizia continua a provocare non permettendo il
passaggio in corso san maurizio nè in corso regina, costringendo il
gruppo a proseguire su lungo dora, cercando addirittura la rissa (uno
sbirro è stato trattenuto a forza dai suoi colleghi: bardato come un
gladiatore, ottenebrato dalla cocaina, voleva infierire su un ragazzo
inerme pur di non essere preso in giro). Si giunge infine alla sede di
radio BlackOut, tempo ancora per una disgustosa infamata da parte della digos, e la festa continua fino a notte fonda.

Il
miracolo si è compiuto, dio era tra noi e la papessa ci ha omaggiato
della sua visita il giorno prima del fratello joseph, certamente più
acclamata e benvoluta.Una quindicina di carabinieri, malgestiti da
dozzine di borghesi e digos (è stato più volte diffuso l’annuncio dello
smarrimento del bimbo samuel..), hanno cercato ed ottenuto lo scontro
ed arrestato un ragazzo. Spiccava il volto truce e mussoliniano di Spartaco Mortola, macellaio di Genova 2001 ed oggi vicequestore di torino!

Infine l’annunciata pioggia che ha impedito il consueto svolgimento ai giardini irreali.

miracolo! la papessa è tra noi!

miracolo! la papessa è tra noi!

provocazione piazza castello

provocazione piazza castello

un attimo prima degli scontri

un attimo prima degli scontri

diluvio

diluvio