European
squatting meeting
Giornate
Europee sull’Occupazione
Cornellá
de Llobregat, Barcellona
17-20
Giugno 2010
C.S.O.
La Forsa ( Av. de la Fama, 41)
L’anno
scorso, il trattato di Lisbona fu adottato definitivamente,
fortificando un’Europa liberale dove i grandi obiettivi sono la
crescita economica e la competitività, la massimizzazione del
profitto capitalista come nucleo della crescita: rafforzamento della
moneta unica e dell’economia finanziaria, ristrutturazione del
profitto dei grandi capitali.
Consideriamo
che il processo d’integrazione europea si muove sulla creazione di
uno scenario comune che presenta le seguenti forme:
-
Indurimento
delle leggi nazionali e internazionali per rinforzare la protezione
della proprietà privata e il profitto delle imprese e come
conseguenza logica una più grande precarizzazione e penalizzazione
della povertà. Perdita dei diritti dei lavoratori, dibattito
europeo sulla giornata da 65 ore, esternalizzazione della produzione
e sue conseguenze sociali, economiche, ambientali nel malchiamato
terzo mondo.
-
Limitazione
della libera circolazione delle persone per mantenere il contingente
di mano d’opera economica e disposta a qualsiasi lavoro però
impedendo allo stesso tempo il flusso di idee e persone. Queste
restrizioni impediscono il rafforzamento e la solidarietà tra lotte
comuni, per esempio l’appoggio alle popolazioni migranti (CIE, nuove
leggi migratorie…) e la nostra capacità di risposta di fronte a
problemi globali (contro-summit).
Per
questo sentiamo la necessità di rinforzare tutte le lotte di
resistenza che provano a confrontarsi con il sistema capitalista.
La
necessità di incontrare uno strumento di analisi ci porta a
scegliere l’occupazione in sé, da un lato perché nel movimento
confluiscono i punti sopra esposti e dall’altra per il carattere
agglutinatore e trasversale delle lotte. Queste sono quindi delle
giornate per l’analisi collettiva del ruolo dell’occupazione nelle
differenti lotte e il cui obiettivo è generare strumenti che aiutino
ciascun collettivo a ripensare e rafforzare le sue strategie di
fronte ad uno scenario più comune di quello che a volte pensiamo.
Per
quel che riguarda il movimento d’occupazione, crediamo che
attualmente siamo in un punto cruciale che ci dovrebbe portare a
revisionare e valorizzare la occupazione come strumento valido di
lotta e analizzare e approfondire le strategie che si sono usate. Su
questo aspetto pensiamo che sia anche importante rivedere le risposte
giuridiche e repressive delle decisioni prese e come hanno affettato
veramente le nostre lotte. Sono state molto dure le conseguenze
legali? Siamo disposti a subire le condanne? La legalizzazione delle
case occupate ha bloccato o fatto crescere il movimento?
Durante
queste giornate ci piacerebbe approfondire da un lato, i cambi
legali, politici e sociali che ci sono stati in questi anni attorno
agli spazi occupati e si valorizzeranno le differenti strategie che
si sono usate nei differenti luoghi così come le sue conseguenze a
corto e largo raggio.
Vogliamo
senza dubbio evitare le facili comparazioni sui temi e
contestualizzare le esperienze di ogni collettivo per creare
riferimenti ma non modelli statici.
D’altra
parte, ci piacerebbe dedicare uno spazio durante le giornate alle
nuove leggi internazionali e le strategie poliziesche comuni che
possono affettare tanto l’occupazione come altre lotte.
L’obiettivo
è creare un processo collettivo di apprendimento e non creare nuove
organizzazioni né reti d’intercambio.
Vogliamo
fuggire dai dibattiti autoreferenziali e della comparazione sterile,
per sviluppare una prospettiva che ci aiuti a comprendere uno
scenario europeo sempre più uniforme e interconnesso e ad articolare
nuove forme di resistenza.
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Il
prossimo 17, 18, 19 e 20 di giugno, si terrà una Incontro Europeo
sull’Occupazione al “CSO La Forsa” (Avenida de la Fama, 41,
Cornella de Llobregat – Barcelona), quindi stiamo contattando
diversi gruppi in Europa che sono interessati a partecipare.
Ci
piacerebbe che la definizione dei temi trattati sia un processo
collettivo. Quindi inviamo una prima proposta del programma sul quale
stiamo lavorando. Siamo quindi aperti a suggerimenti e opinioni. E’
anche apprezzata qualsiasi forma di diffusione dell’incontro. Se vuoi
poster dell’incontro, puoi richiederli dicendo quanti ne vuoi e dove
spedirli.
Nello
sviluppo del meeting, per rendere semplice la comprensione dei
ponenti e il flusso della discussione, sarà disponibile un sistema
di interpretazione simultanea. Poi, durante le sessioni cercheremo di
apportare alcuni scritti sui differenti aspetti su cui parlare. Se
hai qualche testo che pensi possa essere utile, per favore mandalo
via mail prima del 1 giugno (per fare fotocopie) a :
jornadaskny010@riseup.net
Per
i partecipanti che arrivano da fuori Barcellona, provvederemo
ospitalità e cibo vegano ogni giorno, ma ci piacerebbe che tutti gli
aspetti riguardanti le infrastrutture venissero considerate da
assumersi collettivamente tra i gruppi di lavoro da organizzarsi al
momento.
In
particolare, nella sessione di Sabato sera sulle differenti lotte che
sono state usate dal movimento Squatter come un generatore o come uno
strumento di sviluppo, ci piacerebbe conoscere la tua esperienza. Se
sei interessato a partecipare all’incontro, contattaci il prima
possibile. D’altra parte, se non puoi venire, ma vuoi collaborare,
puoi spedire qualsiasi materiale attinente da aggiungere al blog
dell’incontro.
Per
aggiungerti all’incontro e/o spedire informazioni, puoi contattarci a
: jornadaskny010@riseup.net
Programma:
Mercoledì
16 giugno
Arrivo
e benvenuto: Cibo, Bere e musica dal vivo (Txaranga)
Giovedì
17 giugno
Programma
del mattino
Apertura:
Presentazione dei diversi Squat presenti:
Schema
di presentazione degli spazi sociali:
-
Contesto
storico: inizio del movimento squatter in Europa
-
Contesto
politico: aspetti legali, repressione e strategie di risposta
(contatti e accordi con lo stato, risposta nelle strade,
assimilazione degli sgomberi)
-
Presente
e futuro
-
Connessioni
con altre lotte
Ci
piacerebbe che ogni collettivo potesse schematizzare tutto questo per
essere più facilmente comprensibile.
Programma
della sera
Discussione:
Ci
piacerebbe esporre le differenti strategie contro la repressione
seguite dai differenti spazi e luoghi e i loro effetti a lungo
termine: legalizzazioni, accordi, differenti metodi di risposta
diretta contro gli sgomberi e i suoi effetti sulle attività dello
spazio (come la presenza di bambini, il supporto di gruppi
illegali…)
Venerdì
18 giugno
Programma
del Mattino
Esposizione
di diversi casi particolari di reazione contro gli sgomberi
(cerchiamo di non privilegiare una forma su un’altra e di presentare
un largo spettro di azioni sufficientemente rappresentative nelle
diverse maniere di affrontare l’azione diretta).
Programma
della sera
Dibattito:
le conseguenze delle differenti reazioni agli sgomberi. Quali gli
effetti legali personali e di movimento a lungo termine?
Sabato
19 giugno
Programma
del mattino
Colazione
e teatro all’aria aperta
Manifestazione
Programma
della sera
Presentazione
delle differenti lotte che hanno come motore l’occupazione o che
l’hanno utilizzata per svilupparsi.
Domenica
20 giugno
Programma
del mattino
Discussione-dibattito:
Repressione
poliziesca, sviluppo dei diversi metodi repressivi, se esiste a
livello europeo una politica comune sull’occupazione e cercare di
formare una visione generale da una prospettiva legale europea
(comunanze e differenze tra nazioni e aree) Alcuni punti in
comune?Stanno usando gli stessi metodi di repressione? (Indurimento
delle pene, penalizzazione rinforzata in tutti sensi, condanne a
multe pecuniarie, indurimento degli sgomberi, proposte di
legalizzazione e ricupero degli spazi…)
Programma
della sera
Discussione-dibattito:
Mondo
poliziesco: risorse della polizia europea, come ci affetta, quali
sono i suoi sviluppi e le sue azioni (DNA, banche dati, schede
poliziali degli attivisti, accordi di blocco delle frontiere…)
Conclusioni
e proposte per il futuro.
Concerto,
beveraggi e saluti.
Le
sessioni del mattino e della sera saranno divise in due momenti con
una pausa nel mezzo.
Ci
sarà interpretazione simultanea, porta una normale radio FM con
auricolari per ascoltare l’interpretazione.
Blog:
http://jornadasokupacin.blogspot.com/
E-mail:
jornadaskny010@riseup.net
Luogo:
“CSO
La Forsa” (Avenida de la Fama, 41, Cornella de Llobregat –
Barcellona)
Il 25 aprile del 1945 tutta l’Italia si fermò per
celebrare la fine del ventennio fascista e con esso la fine di una
sciagurata stagione politica contrassegnata da una feroce e sanguinosa
dittatura. Ma nelle speranze di coloro che contribuirono attivamente
per contrastare il regime, la fine del ventennio avrebbe dovuto
coincindere con l’inizio di una nuova era, un’epoca all’insegna di
un’inedita pace tra i popoli.
Ad animare la resistenza infatti furono tutti quegli uomini
che preferirono il carcere, il confino di polizia, l’esilio alla
sottomissione; tutti quegli uomini che per oltre vent’anni non dettero
tregua al fascismo e lo combatterono ovunque fosse stato possibile
(pensiamo ai giovani disertori e agli stessi anarchici che la
resistenza la iniziarono già negli anni venti con Lucetti – famoso per
le sue bombe contro il duce – e in particolare con gli Arditi del
Popolo, unica forma di resistenza organizzata contro le squadracce
fasciste).
Questi uomini lo facevano spinti dalle grandi idealità storiche attive nelle loro coscienze.
Oggi, a distanza di 65 anni anni da quella data, la
sensazione che si ricava volgendo lo sguardo alla situazione
complessiva è quella di un tradimento totale rispetto a chi scelse la
lotta armata in vista di un mondo migliore.
Il paese in cui viviamo è la dimostrazione più lampante delle
contraddizioni e dei limiti insiti in qualsiasi forma di democrazia.
Dietro alle false promesse di un bipolarismo di facciata, il sistema
democratico rivela il suo autentico volto: un paese dove le storiche
contrapposizioni ideologiche sono state progressivamente sacrificate
sull’altare di un populismo senza ritorno, una corsa all’ultimo voto
dove il razzismo più bieco e l’intolleranza verso il diverso diventano
la chiave del consenso.
Ora per capire come sia stato possibile creare una simile
situazione e quali fattori abbiano contribuito a determinarla è forse
necessario analizzare alcuni accadimenti che si sono verificati subito
dopo la fine della resistenza. In quei giorni i rappresentanti della
vecchia classe dirigente (responsabili della guerra e della miseria
conseguente) seppur sconfitti riuscirono con grande accortezza
diplomatica a riconquistare lo scettro dell’antico potere (basta
ricordare che nelle questure i dirigenti di polizia rimasero pressochè
gli stessi del ventennio). Ebbero dalla loro gli equilibrismi e i
compromessi del potere ma soprattutto un insperato connubio tra
partiti, sindacati e padroni.
In quei giorni vi furono molti che non insorsero, che non si
ribellarono ma che seppero immediatamente ricollocarsi nei quadri alti
del potere. Costoro per interi decenni hanno lavorato a mistificare i
pensieri e le azioni di quanti invece si sacrificarono allora.
In questa versione edulcorata la guerra partigiana non è più la lotta
di un popolo alla macchia ma il riscatto di una nazione in armi, il
partigiano non sarebbe perciò insorto per una scelta morale ma per amor
di patria o per la gloria e la vittoria di un partito.
Risulta in questo senso altrettanto fuorviante il
parallelismo storico tra il primo e il secondo risorgimento, risultato
di una interpretazione storica che mira a preservare il potere nelle
sue fondamenta.
Nella rievocazione reiterata e densa di retorica che ormai caratterizza
il 25 aprile vi ritroviamo infatti tutta l’ipocrisia e l’ambiguità di
un sistema statale che può mantenersi in piedi soltanto attraverso la
menzogna e l’annientamento sistematico dell’individuo.
Per noi libertari l’importanza del 25 aprile è invece legata
alla consapevolezza che l’avvento di una qualsiasi forma di governo
manterrà sempre in moto la macchina statale dell’inganno storico: gli
eserciti, la guerra, lo sfruttamento e la galera.
Contro la dittatura democratica. Torino Squatter, anarchici e libertari