12-05 TO 4 Occupazioni perquisite, 3 arresti per disordini sgombero L’Ostile

English translation

Torino 12 Maggio 2010

Questa mattina, all’alba, la digos della questura di Torino ha
effettuato varie perquisizioni nelle stanze delle case occupate
Asilo, Barocchio e Mezcal, del centro sociale Askatasuna ed in case
private. I fatti riguardano lo sgombero dello spazio occupato Lostile
di corso Vercelli, avvenuto il 10 Dicembre 2009 .
.
Le misure cautelari riguardano 16 compagni: 3 arrestati, fra loro  un
ragazzo dell’Asilo. 4 con l’obbligo di firma, fra cui una ragazza ed un
ragazzo abitanti presso l’Asilo Squat. 9 con l’obbligo di firma
giornaliera.

SOLIDARIETA’ A TUTTE LE PERSONE COLPITE DALLA REPRESSIONE
 
 Seguiranno aggiornamenti

Per telegrammi e prossimi appuntamenti:

http://tuttosquat.net/news/sabato-presidio-in-piazza-della-repubblicagiulio-cesare-e-sotto-il-carcere-vallette/

 

21-5 Mikamale teatro L’importanza di lavarsi presto

Mikamale teatro:
L’importanza di lavarsi presto

Data Luogo Per informazioni
21 Maggio, 2010 – 21:00

Cascina Roccafranca, via Rubino, 45

Torino

segreteria@mauriceglbt.org

011 5211116

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2005 Il vaticano censura Indymedia

un documento trovato nella rete e datato 2005…

Censura in rete (2005)

Per questo fotomontaggio Indymedia è sotto sequestro

Censurare un sito come Indymedia, o mettersi
minacciosamente a caccia dei presunti "responsabili", equivale a
mettere sotto processo un preside perché sui muri della sua scuola sono
comparse delle scritte offensive.

Fotomontaggio censurato

Il gip di Roma Marco Patarnello ha disposto il sequestro preventivo del
sito italiano di Indymedia, la rete di informazione indipendente nata nei giorni della rivolta di
Seattle. Motivo, la pubblicazione di una fotografia di papa Benedetto XVI in divisa da nazista (foto
1), praticamente la stessa foto che è stata
sparata in prima pagina dal Sun di Murdoch (foto 2), il giorno dopo la fumata bianca. E’ da sottolineare
il fatto che l’iniziativa arriva nonostante il fatto che la Consulta abbia dichiarato incostituzionale
l’articolo 402 del codice penale, quello relativo appunto al vilipendio alla religione. Comunque
resta in vigore l’articolo 403 che parla di "offesa per villipendio di un ministro del culto cattolico".
Ed è probabile che sia questo l’articolo su cui si è appoggiato il gip di Roma.

Il capo della procura Giovanni Ferrara e il pm Salvatore Vitello, comunque, sono stati costretti
a firmare una rogatoria per notificare il provvedimento del giudice in Brasile visto che indymedia.
org risulta facente capo a un indirizzo brasiliano. Vero è che si appoggia a un provider estero secondo
un’abitudine consolidata e assai diffusa fra i siti affiliati alla rete di controinformazione più famosa
del mondo, per aggirare le svariate iniziative censorie che colpiscono sempre più spesso la rete,
forse l’ultimo territorio dove le informazioni scomode possono pascolare più o meno indisturbate.

L’iniziativa è infatti solo l’ultima della serie. Il 7 Ottobre 2004 l’Fbi ha fatto irruzione negli
uffici statunitensi della Rackspace, società che gestisce i server che ospitano molti siti locali
di indymedia, fra cui italy. indymedia. org. Gli agenti sequestrano alcune macchine e poi spariscono
nel nulla. Dopo una settimana di silenzi, ipotesi e attestati di solidarietà, l’ufficio legale di
Indymedia Italia viene a sapere che l’ordine è partito dalla pm di Bologna Morena Plazzi che aveva
chiesto l’acquisizione di informazioni nell’ambito dell’indagine sulla Federazione anarchica informale.
Nessuno però aveva chiesto il sequestro delle macchine né degli hard disk che infatti, il 13 ottobre,
vengono restituiti ai legittimi proprietari. Sugli hard disk sequestrati c’erano tutte le informazioni
pubblicate da decine di migliaia di attivisti nello spazio aperto che affianca quello ufficiale,
gestito dalla redazione, ma non c’erano i loro indirizzi né, quindi, alcuna possibilità di rintracciarli.

Copertina del giornale Sun

Ma la censura non colpisce soltanto gli "indyani". All’inizio di aprile l’Fbi ha inviato due mandati
di comparizione all’amministratore del server flag. blackened. net, punto di riferimento per anarchici
di tutto il mondo che ospita numerosi siti internet e forum di discussione. In due occasioni differenti
l’Fbi ha intimato la consegna degli indirizzi dei visitatori di alcuni siti ospitati sul server,
tra cui il popolare Infoshop News, perché contenevano messaggi di «istigazione alla violenza». Naturalmente
il gioco può essere truccato facilmente: basta infilare messaggi provocatori nello spazio libero,
ed ecco pronta la scusa per l’intervento delle forze dell’ordine. Se si va indietro nel tempo la
lista delle vittime dell’Fbi aumenta. I casi più noti a livello internazionale riguardano la chiusura
del sito Raise the Fist, l’arresto del webmaster (progettista di siti) Sherman Austin e il particolare
accanimento contro molti altri snodi del network Indymedia, soprattutto in prossimità di eventi considerati
a rischio. Considerando l’importante ruolo che il network ha svolto raccogliendo testimonianze, foto
e riprese video sugli eccessi della polizia durante le contestazioni – a Seattle, Praga, Genova,
Washington e via dicendo – le autorità si premurano di rendere la vita difficile ai cyber attivisti
soprattutto in prossimità delle manifestazioni di protesta.

Ma anche in Italia i censori si danno da fare. Sono stati chiusi accadeinsicilia, un paio di siti
RdB/CUB che si occupavano di lavoro precario e brigaterosse. org, che si occupava di un’analisi storica
del periodo. Si è arrivati a sfiorare il grottesco quando è stato ordinato il sequestro del sito
dell’Unione nazionale carabinieri che, nel dicembre scorso, è stato chiuso d’ufficio per avere adottato
la pericolosa abitudine di denunciare malefatte e abusi all’interno dell’Arma. In realtà dall’ultima
iniziativa dei magistrati traspare una totale ignoranza di alcuni concetti basilari del cyberspazio
e dell’informazione in rete.

Prima di tutto Indymedia non è in Italia o in Brasile: è semplicemente ovunque perché è in sostanza
una rete con server sparsi per tutto il pianeta. Se ne viene chiuso uno d’autorità bastano un paio
di giorni per allestire un mirror, un sito specchio che può riproporre, in parte o integralmente,
i contenuti del sito originale. In secondo luogo Indymedia è concettualmente più simile a una bacheca
che a un giornale. Chi si collega lo fa per avere accesso alle informazioni che vengono ignorate
o distorte dai media ufficiali ma anche per sapere cosa pensa la gente comune e, magari, per dire
la propria. A differenza dei lettori o dei telespettatori, l’utente di un sito come Indymedia non è un
fruitore passivo ma interviene, commenta, mette in comune quello che sa e talvolta, manifesta la
propria incazzatura in modi più o meno coloriti, il che non significa condividerli. Censurare un
sito di questo tipo, o mettersi minacciosamente a caccia dei presunti "responsabili", equivale in
sostanza a mettere sotto processo un preside perché sui muri della sua scuola sono comparse delle
scritte offensive.

Sabina Morandi
Roma, 5 maggio 2005
da "Liberazione"

Ecce velum Incontro in università 13-5

Ecce velum: incontro in
università

Data Luogo Per informazioni
13 Maggio, 2010 – 18:00

Palazzo Nuovo

Via S. Ottavio, 20

segreteria@mauriceglbt.org

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Torino – Caccia alla Sindone 08-05

Torino – Caccia alla Sindone

caccia.jpg

sabato 8 maggio 2010

partecipa alla


grande CACCIA ALLA SINDONE !!!



4 PROVE DI FEDE E 1 MIRACOLO!


Come partecipare:


crea il tuo equipaggio (max 4p),
trova un nome,
procurati una macchina foto e un telefonino,
iscriviti:

giovedì 06 dalle 21 alla piola di Radio Blackout

– mandando una mail ad asilosquat@autistici.org

– presentandoti direttamente sabato all’Asilo

La caccia partirà dall’Asilo alle ore 15.30.


Entro le 19 ogni gruppo dovrà superare 4 prove e inventare 1 miracolo.
Liberati dalla religione e scatena la fantasia più dissacrante…

A seguire raccolta delle testimonianze di fede per il conclave e aperitivo bellavita all’Asilo.

 


Consegna delle onorificenze pontificie e dissacrAzione dei vincitori
al Barocchio Squat dalle ore 00:00

 


Related Link: http://tuttosquat.net/

Giardini irreali benefit Blackout 25-4

foto giardini irreali benefit Blackout 25-4-2010


12 ore di informazione, cibo, alcool, teatro e non solo

striscione

striscione

..e non doveva neppure svolgersi!!!

Per non disturbare nè turbare i pellegrini accorsi ad ingrassare le tasche dei paladini del liberticidio: stato e chiesa.

Alle 13, infatti, la situazione era surreale: nella piazzetta
antistante il FENIX (giardini irreali, corso san maurizio angolo via
rossini), bloccando ogni via d’accesso, non graditi ed auto-invitati
stazionavano 3 camionette di polizia, 2 camionette e 4 pattuglie di
carabinieri, 40 agenti schierati, solito gruppone di digos, oltre
naturalmente ad altri mezzi e uomini sparsi a ‘proteggere’ i pellegrini
in processione verso piazza castello.

In dieci minuti, sotto gli sguardi torvi e rabbiosi di questi loschi figuri, viene montato tutto: distribuzioni, griglia, bar.

Pian piano e rammaricate le forze del disordine si allontanano un po’,
restano comunque una pattuglia lato via rossini e una camionetta su
corso san maurizio a bloccare i passaggi, dando prova di grande
stupidità ed inettitudine, tra ordini, rettifiche e manovre insensate
(la pattuglia su via rossini si è mossa almeno CINQUE volte avanti e
indietro di pochi metri, tornando sempre allo stesso posto, con 8-10
uomini appoggiati sopra – e ben chiusa con l’antifurto). L’intera zona
è stata presidiata da uno spiegamento spropositato di papponi
lautamente pagati da denaro pubblico, sfoggiando bassezze culturali
anche verso i propri simili, sintetizzate dal romanaccio ‘aho bella
vièqquà n’attimo’ rivolto da un poliziotto ad una carabiniera (che di
bella aveva ben poco). Attorno alle 23, provati da 10 ore di cazzeggio
più totale ed ira repressa, i mercenari dalle narici intasate hanno
ridotto l’inquinamento visivo privandoci della loro presenza, soltanto
una pattuglia di digos stoicamente resisteva fino alla conclusione,
avvenuta intorno all’una e mezza.

LE ANARCHICHE E GLI ANARCHICI, invece, in questa giornata
all’insegna dell’antifascismo, anticlericale, libertaria e festosa,
hanno snobbato la scomoda presenza dedicandosi ad occupazioni ben più
importanti: distribuiti migliaia di volantini, presenti le distro di
FENIX, Radio BlackOut, centro documentazione ‘Il Porfido’, federazione
anarchica torinese.

L’intera giornata era inoltre benefit Radio BlackOut, e senza dubbio
l’aspetto economico ha superato le più rosee previsioni, esaurite
diverse centinaia di litri di alcolici e migliaia di panini, tutto
naturalmente a prezzi popolari.

Sono stati letti alcuni comunicati (ne trovate uno sotto) e si è
svolto un breve spettacolo teatrale, azzeccata rivisitazione della
fiaba di cappuccetto rosso, col lupo ratzinger che agisce indisturbato
ed il cacciatore padoin a tutelarlo.

Seguono foto e volantino letto e distribuito a migliaia di passanti/curiosi/automobilisti

Si replica sabato 1 primo maggio dopo la Sacra Processione Anticlericale al corteo dei lavoratori

folla festosa

folla festosa

25 APRILE: DOPO LA LIBERAZIONE, L’INGANNO

Il 25 aprile del 1945 tutta l’Italia si fermò per
celebrare la fine del ventennio fascista e con esso la fine di una
sciagurata stagione politica contrassegnata da una feroce e sanguinosa
dittatura. Ma nelle speranze di coloro che contribuirono attivamente
per contrastare il regime, la fine del ventennio avrebbe dovuto
coincindere con l’inizio di una nuova era, un’epoca all’insegna di
un’inedita pace tra i popoli.

Ad animare la resistenza infatti furono tutti quegli uomini
che preferirono il carcere, il confino di polizia, l’esilio alla
sottomissione; tutti quegli uomini che per oltre vent’anni non dettero
tregua al fascismo e lo combatterono ovunque fosse stato possibile
(pensiamo ai giovani disertori e agli stessi anarchici che la
resistenza la iniziarono già negli anni venti con Lucetti – famoso per
le sue bombe contro il duce – e in particolare con gli Arditi del
Popolo, unica forma di resistenza organizzata contro le squadracce
fasciste).

Questi uomini lo facevano spinti dalle grandi idealità storiche attive nelle loro coscienze.

Oggi, a distanza di 65 anni anni da quella data, la
sensazione che si ricava volgendo lo sguardo alla situazione
complessiva è quella di un tradimento totale rispetto a chi scelse la
lotta armata in vista di un mondo migliore.

Il paese in cui viviamo è la dimostrazione più lampante delle
contraddizioni e dei limiti insiti in qualsiasi forma di democrazia.

Dietro alle false promesse di un bipolarismo di facciata, il sistema
democratico rivela il suo autentico volto: un paese dove le storiche
contrapposizioni ideologiche sono state progressivamente sacrificate
sull’altare di un populismo senza ritorno, una corsa all’ultimo voto
dove il razzismo più bieco e l’intolleranza verso il diverso diventano
la chiave del consenso.

Ora per capire come sia stato possibile creare una simile
situazione e quali fattori abbiano contribuito a determinarla è forse
necessario analizzare alcuni accadimenti che si sono verificati subito
dopo la fine della resistenza. In quei giorni i rappresentanti della
vecchia classe dirigente (responsabili della guerra e della miseria
conseguente) seppur sconfitti riuscirono con grande accortezza
diplomatica a riconquistare lo scettro dell’antico potere (basta
ricordare che nelle questure i dirigenti di polizia rimasero pressochè
gli stessi del ventennio). Ebbero dalla loro gli equilibrismi e i
compromessi del potere ma soprattutto un insperato connubio tra
partiti, sindacati e padroni.


In quei giorni vi furono molti che non insorsero, che non si
ribellarono ma che seppero immediatamente ricollocarsi nei quadri alti
del potere. Costoro per interi decenni hanno lavorato a mistificare i
pensieri e le azioni di quanti invece si sacrificarono allora.

In questa versione edulcorata la guerra partigiana non è più la lotta
di un popolo alla macchia ma il riscatto di una nazione in armi, il
partigiano non sarebbe perciò insorto per una scelta morale ma per amor
di patria o per la gloria e la vittoria di un partito.

Risulta in questo senso altrettanto fuorviante il
parallelismo storico tra il primo e il secondo risorgimento, risultato
di una interpretazione storica che mira a preservare il potere nelle
sue fondamenta.

Nella rievocazione reiterata e densa di retorica che ormai caratterizza
il 25 aprile vi ritroviamo infatti tutta l’ipocrisia e l’ambiguità di
un sistema statale che può mantenersi in piedi soltanto attraverso la
menzogna e l’annientamento sistematico dell’individuo.

Per noi libertari l’importanza del 25 aprile è invece legata
alla consapevolezza che l’avvento di una qualsiasi forma di governo
manterrà sempre in moto la macchina statale dell’inganno storico: gli
eserciti, la guerra, lo sfruttamento e la galera.

Contro la dittatura democratica. Torino Squatter, anarchici e libertari

foto

author by SquatYourWorldpublication date lun 26 apr, 2010 18:16Distribuzioni libertarie

Fenix!

Fenix!

Centro di documentazione Porfido

Centro di documentazione Porfido

Distribuzione della radio

Distribuzione della radio

Radio Blackout

Radio Blackout

federazione anarchica torinese

federazione anarchica torinese

Fotocronaca della giornata

12 ore di musica non convenzionale


12 ore di musica non convenzionale

specchio semantico


specchio semantico

scenografia della fiaba

scenografia della fiaba

festa fino a notte

festa fino a notte

la fiaba dei puffi non era prevista

la fiaba dei puffi non era prevista

Primo Maggio Corteo Papessa a Torino

da indy piemonte: foto Primo Maggio Corteo Papessa a Torino

Un successo senza precedenti, decine e decine di migliaia di persone
hanno applaudito lo sgangheratissimo spezzone anti-clericale

TorinoSquatter

TorinoSquatter

In coda alle varie istituzioni, partitini ed aspiranti tali, l’unico
spezzone che ricordasse il fattaccio del giorno seguente (discesa del
papa in città) è stato acclamato con un’enfasi incredibile, anziani,
signore, famiglie, tutt* plaudenti e divertit*, tra una risata e
l’altra anche tanta comunicazione anticlericale, efficacissimi slogan,
fragorosi applausi.

Finchè giunti in piazza castello LA QUESTURA E LE FORZE DELL’ORDINE,
probabilmente infastiditi da cotanto apprezzamento per la parata
anti-ecclesiastica, ed ancora freschi dello smacco ricevuto il giorno
prima (riconoscimento fallito
da parte dei due tirapiedi leghisti), hanno palesemente provocato le/i
partecipanti frapponendo un cordone ridicolo (15 unità) e bloccando il
passaggio. Precisiamo (com’è evidente dalle foto) che una folla di
migliaia di persone ha potuto osservare l’ennesimo intervento militare,
assolutamente ingiustificato, consci della totale immunità conseguente
dall’indossare una divisa. Pochi minuti di battibecco, un piccolo
tafferuglio, il vicequestore ferito e scatta l’arresto.

Lo spezzone anticlericale decide di continuare comunque il corteo,
come prestabilito, torna su via po, via rossini, sfila accanto al fenix
blindatissimo, la polizia continua a provocare non permettendo il
passaggio in corso san maurizio nè in corso regina, costringendo il
gruppo a proseguire su lungo dora, cercando addirittura la rissa (uno
sbirro è stato trattenuto a forza dai suoi colleghi: bardato come un
gladiatore, ottenebrato dalla cocaina, voleva infierire su un ragazzo
inerme pur di non essere preso in giro). Si giunge infine alla sede di
radio BlackOut, tempo ancora per una disgustosa infamata da parte della digos, e la festa continua fino a notte fonda.

Il
miracolo si è compiuto, dio era tra noi e la papessa ci ha omaggiato
della sua visita il giorno prima del fratello joseph, certamente più
acclamata e benvoluta.Una quindicina di carabinieri, malgestiti da
dozzine di borghesi e digos (è stato più volte diffuso l’annuncio dello
smarrimento del bimbo samuel..), hanno cercato ed ottenuto lo scontro
ed arrestato un ragazzo. Spiccava il volto truce e mussoliniano di Spartaco Mortola, macellaio di Genova 2001 ed oggi vicequestore di torino!

Infine l’annunciata pioggia che ha impedito il consueto svolgimento ai giardini irreali.

miracolo! la papessa è tra noi!

miracolo! la papessa è tra noi!

provocazione piazza castello

provocazione piazza castello

un attimo prima degli scontri

un attimo prima degli scontri

diluvio

diluvio

Comunicato Torino Squatter corteo 1 maggio

04.05.2010

Comunicato Torino Squatter sul CORTEO del 1° maggio 2010

Lo spezzone delle case occupate di Torino che scortava il carro papale
culminante in una grandiosa Vagina dorata che incorniciava una deliziosa
papessa travestita.

Dopo aver raccolto le ovazioni e le adesioni di centinaia di persone che
venivano ad ingrossare le fila dei bianchi difensori della fede,
contraddistinti da croci un poco uncinate è stato bloccato con tutto il
resto del corteo da un siparietto di carabinieri in tenuta antisommossa
che sbarravano l’ingresso a piazza Castello.

Questo mentre i funzionari Digos si affannavano a trovare un trucco per
non far entrare il carro papale in piazza.

Evidentemente avevano ricevuto dei comandamenti direttamente da Dio che
dicevano: “Quelli non devono transitare in piazza Castello”.

Ma la scenetta repressiva, volta a discriminare i cattivi dai buoni non
funziona.

Una parte del corteo
davanti a noi torna indietro, la coda del corteo
preme e rapidamente i birri sono spinti via da un’autentica marea umana.

Si trattava con tutta evidenza di una provocazione sbirresca per creare
disordine.

Ma presto polizia e carabinieri si sono trovati espulsi dal corteo.

Nella tensione creata ad arte dalle “forze dell’ordine” si inserisce
l’arresto di un ragazzo accusato di aver colpito con un’asticella di
bandiera un funzionario della questura.

Se non ci fosse stata la provocazione sbirresca quel ragazzo non sarebbe
mai stato arrestato.

Dunque la responsabilità di quanto accaduto ricade completamente sul
prefetto Padoin mandante della provocazione.

La nostra solidarietà va per intero a Saverio
che è tornato libero dopo
2 giorni passati nel carcere delle Vallette.

Torino Squatters

 

Report – Una papessa sotto la Mole

Torino. Una papessa sotto la Mole
Piazza Anticlericale
Torino, piazza No Ratzinger, 2 maggio.
C’era anche la papessa. Pochi giornali hanno riportato la notizia
scandalosa che il 2 maggio, oltre a Joseph Ratzinger, in arte Benedetto
XVI, c’era anche lei: tacchi a spillo, rossetto blu cobalto, abito bianco
e lungo, parrucca biondo platino. Aveva già fatto la sua comparsa il
giorno precedente al corteo del Primo Maggio, assisa sul camion che apriva
lo spezzone anticlericale, su una vagina gigante. La polizia che non
gradiva ha provato inutilmente a fermarla: un vicequestore ci ha
guadagnato una bandierata in testa e un anarchico tre giorni di carcere.
Il 2 maggio Torino si è svegliata con il fragore degli elicotteri che
sorvolavano la città. Una città sotto assedio. Migliaia di poliziotti e
carabinieri, decine di mezzi, cecchini armati nei punti strategici, strade
bloccate per la performance del pastore tedesco, venuto in città a
discutere con il sindaco il nome del prossimo cardinale subalpino. Una
volta queste cose le facevano sotto banco: oggi ci sono le foto dei
candidati sui maggiori quotidiani.
Ma c’è un’altra Torino. Laica, anticlericale, senza religione.
Sin dalle prime ore del pomeriggio piazza Madama Cristina è gremita al
punto che si fa fatica ad attraversarla.
La Rete No Sindone, che riunisce gruppi ed individui diversi, accomunati
dalla volontà di dar voce alla Torino dei senza religione, aveva lanciato
una sfida difficile ma affascinante: aprire uno spazio libero dai preti
nel giorno della visita del papa.
La grande partecipazione alla giornata No Ratzinger è il segno che,
nonostante la propaganda martellante, univoca, soffocante fatta da tutti i
media, sono tanti quelli della Torino che non si inginocchia, che vuole
vivere la propria vita liberamente, decidendo chi amare, quando e se avere
figli, quando, con serenità, concludere la propria vita.
È stata una grande festa.
Mentre i cattolici celebravano i loro lugubri riti, gli anticlericali
hanno riempito per ore ed ore la piazza di musica, teatro, balli,
allegria.
In corteo per le strade della città.
Intorno alle 16, sfidando la pioggia, dalla piazza è partito un corteo
spontaneo aperto dalla Torino Samba Band, dalla papessa e dai suoi body
guard, che ha attraversato le vie del quartiere S. Salvario.
Il grido di guerra della Samba band si è moltiplicato per tutto il corteo,
raccogliendo le simpatie di tanti. “Fuori i preti dalle mutande!”, “E il
vaticano chi l’ha invitato!”. La polizia, presente in forze con qualche
decina di camionette e uomini in assetto antisommossa, ha seguito gli
anticlericali senza intervenire.
Il sosia di Ratzinger ha raggiunto la papessa ed hanno improvvisato un
walzer per la strada, tra gli applausi della gente che si affacciava.
Il canzoniere anticlericale di Donato Landini è stato accolto con
scroscianti applausi dal migliaio di persone che si erano a quel punto
radunate in piazza, sotto la tettoia del mercato. Tutti gli spettacoli
sono stati seguiti con entusiasmo. Salvatore Corvaio ha presentato un
testo su Giovanna D’Arco oltre ad un’improvvisata performance satirica nei
panni di un prete pedofilo. Il duo satirico “Senso doppio” ha riscosso
ampio successo, così come i giochi di fuoco, nonché il DJ Nico, e le
Elettrosciocchine scatenate sul palco.
In un angolo della piazza era sempre affollato il gazebo dove erano
proiettati i video satirici delle Badhole, e il videogioco a tema
“operazione pretofilia”.
Non sono mancati brevi interventi dal palco e la solidarietà a Saverio
arrestato in piazza il giorno prima.
In conclusione Maurizio, la Papessa e suor Germania, hanno presentato alla
piazza le reliquie, alcune delle quali sono state messe all’asta come
benefit per la Rete No Sindone. In un crescendo di allegria sono apparsi
il prepuzio di Gesù, le spine della corona, il set di tasselli della
croce, la madonna mestruata, il bestemmiatoio.
In piazza sono passate le tante facce del movimento torinese ma non solo.
C’era anche tanta gente comune, curiosa ed attenta, felice di una boccata
di libertà. Una bella giornata.
Video ed immagini sul sito della Rete No Sindone:
http://sindone.noblogs.org/

Su indymedia Piemonte:
http://piemonte.indymedia.org/article/8584

la galleria fotografica su “La Stampa”:
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&pm=7&IDmsezione=14&IDalbum=26191&tipo=FOTOGALLERY#mpos

Il servizio della TV ticinese:
http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=552773&idsezione=9&idsito=1&idtipo=2&dossier=video_new

Video su You Tube:
http://www.youtube.com/watch?v=PMeuOpOGOR4
http://www.youtube.com/watch?v=xpEeSWScRPQ
http://www.youtube.com/watch?v=iu3wINS3TkU
http://www.youtube.com/watch?v=rGhTPDXZNV8
http://www.youtube.com/watch?v=QAGrWN2KNpc
http://www.youtube.com/watch?v=F6PTHolbGVs
http://www.youtube.com/watch?v=CGc88jR1EFk

Report a cura della Federazione Anarchica di Torino
Per contatti:
Corso Palermo 46 – ogni giovedì dalle 21
fai_to@inrete.it 338 6594361
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Saverio: Udienza per direttissima a porte aperte

Saverio: Udienza per direttissima a porte aperte

Domani mattina, lunedì 3 Maggio 2010, ci sarà il processo di Saverio. Come certo ricorderete
è accusato di aver dato una bandierata sulla testa al vicequestore Gian
Maria Sertorio che insieme ai suoi uomini stava inutilmente tentando di
impedire a una Papessa biancovestita di partecipare pure lei al corteo del Primo maggio.

L’udienza sarà per direttissima, e quindi a porte aperte, alle ore 9 dentro all’aula 59. Vi invitiamo a partecipare insieme a noi.

palazzo di "giustizia" bruno caccia
corso vittorio emanuele /via falcone borsellino.

 Mezzi Pubblici che passano in zona:
Metro Fermata D’Acaja 
Tram Linea 16 e su Corso Ferrucc.
Bus Star 1 Fermata su Via Falcone Borsellino
Bus 56 Fermata Duchessa Jolanda
Tram Linea 9 e bus 68 & 55 su C.so Vittorio Emanuele, Fermata Falcone Borsellino  

 

 

Visto questo imprevisto, il presidio contro le espulsioni che era in programma di fronte al consolato marocchino sarà spostato di un giorno, e si terrà martedì mattina, sempre alle 10,30.

http://tuttosquat.net/