[CAS] Un obispo justifica la pederastia porque hay niños “que provocan”

desde: prensa de regimen
http://www.publico.es/espana/31531/un-obispo-justifica-la-pederastia-porque-hay-ninos-que-provocan

El titular de la diócesis Tenerife afirma que “la homosexualidad perjudica a las personas y a la sociedad”

Imagen tomada de la página web del Obispado de Tenerife de Bernardo Álvarez.“Si te descuidas, te provocan”. Se refiere así a niños de 13 años. El obispo de Tenerife, Bernardo Álvarez, encierra en esta justificación el origen de un delito, los abusos sexuales a menores. Álvarez considera la pederastia una derivada de la homosexualidad. “No hay que confundir la homosexualidad como necesidad existencial con la que es practicada como vicio. La persona [la] practica como puede practicar el abuso de menores”, señala. A su juicio, este delito nace de la búsqueda de la “novedad” y se convierte por eso en “una forma de sexualidad distinta”.

Relaciones ‘consentidas’

En una entrevista concedida al diario La Opinión de Tenerife, el obispo se extiende en la idea hasta replicar a la periodista, que, previamente, le había señalado que “la diferencia entre una relación homosexual y un abuso está clara”. Por si persisten las dudas, la entrevistadora recuerda al obispo que “un abuso es una relación no consentida”. La respuesta del prelado no deja lugar para las dudas.

“Puede haber menores que sí lo consientan y, de hecho, los hay. Hay adolescentes de 13 años que son menores y están perfectamente de acuerdo y, además, deseándolo. Incluso, si te descuidas, te provocan”. En la misma conversación, el prelado desempolva sin matices todos los prejuicios de la Iglesia católica contra los homosexuales. “Es algo que perjudica a las personas y a la sociedad”, critica el obispo.

Viciosos deformados

“No es políticamente correcto decir que es una enfermedad, una carencia, una deformación de la naturaleza propia del ser humano”, se descarga Bernardo Álvarez, después de protegerse en una frase hecha: “Las personas son siempre dignas del mayor respeto”.

Aun así, el titular de la diócesis de Tenerife llega a asegurar que, en ocasiones, la homosexualidad se practica “como vicio”. “Yo no digo que se reprima, pero entre no reprimirlo y promoverlo hay un margen”, apostilla el obispo. El portavoz del prelado señaló ayer a Público que “en ningún caso  ha pretendido justificar ni comprender un fenómeno rechazable”.

Imam e Pedofilia

IMAM e PEDOFILIA

 

Molestie sugli allievi delle lezioni di corano. Un religioso arrestato a Treviso, altri casi in Olanda e Inghilterra Il rappresentante degli immigrati in Veneto: “Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che la questione esiste”.

Il primo caso di un religioso musulmano alle prese con la sconvolgente accusa di pedofilia in Italia è stato registrato nell’ottobre 2008. Coinvolto in un’ indagine della Procura di Udine, poi passata a quella di Trieste, l’imam sarebbe stato uno degli animatori di un circolo di persone che immetteva immagini pedopornografiche on line. Dopo averle girate in locali riservati, le registrazioni venivano trasferite in rete e scambiate con altri utenti.
Il tema della pedofilia come pratica diffusa tra le guide religiose del culto islamico, con ampi margini di rischio anche in Italia, si è proposto di nuovo cinque mesi fa. Grazie a un musulmano che ha scelto di aprire una riflessione sulle scuole coraniche che operano nel nostro paese senza alcun tipo di controllo. Abdallah Khezraji, marocchino vicepresidente della consulta regionale per l’immigrazione veneta, ha trovato il coraggio di parlarne, spiegando che è arrivato il momento di esaminare la piaga della pedofilia ovunque, «anche nella comunità islamica, grazie alla copertura di qualche imam».
In un’intervista al Corriere del Veneto ha detto: «Non tutti sono così. Diciamo però che è stato forte lo choc nello scoprire che pure alcune figure religiose, che per noi sono sacre, risultano gravemente compromesse con la pedofilia». Un fenomeno condannato soltanto ufficialmente nel mondo musulmano. Secondo Khezraji, «la questione infastidisce e imbarazza talmente da far sì che non se ne parli, al punto che si fa finta che il problema non esista. Invece anche noi islamici dobbiamo aprire gli occhi e ammettere che il mostro può nascondersi pure nella nostra comunità».
Ad avvalorare le sue preoccupazioni, gli abusi compiuti a danno di decine di minori marocchini che erano stati affidati agli imam per lo studio del Corano, e che invece sono finiti nella tana di alcuni pedofili. Nonostante i casi si ripetano, in Europa (e in Italia) se ne parla ancora poco.
Il caso di Mohammed Hanif Khan, imam di 42 anni incarcerato per violenze su un ragazzo dodicenne in una moschea di Sheffield, è solo il più recente. Nel processo a suo carico che l’Alta Corte di Nottingham sta svolgendo in questi giorni, ha negato gli stupri, dicendo di aver solo aiutato il minorenne a superare la difficile situazione che viveva in famiglia. Quella che sembra una semplice giustificazione va però contestualizzata, per comprenderne la gravità. Come se l’abuso di un minorenne dentro la moschea non fosse considerato realmente un reato nelle periferie del mondo islamico. Pure nella ricca Dubai, lo scorso anno, un imam proveniente dal deserto è comparso davanti ai giudici per rispondere dell’accusa di violenze nei confronti di un bambino di 8 anni. «E’ ingiusto, non ho commesso alcun crimine», ha detto al tribunale secondo quanto riportato da Gulf News, confermando che in molti paesi da cui provengono gli imam l’abuso è considerato soltanto un brutto costume. Nel Maghreb qualche imam è finito in Tribunale. Non senza difficoltà da parte delle famiglie, che continuano spesso a tollerare certe situazioni. Ad Algeri, invece, ne sono stati processati ben cinque nel giro di un anno, dopo una grande campagna di sensibilizzazione partita dalla stampa. Idem in Egitto. In Marocco, per sottrarre i bambini al potere degli imam, il re ha cambiato perfino la legge sulla scuola (vedi intervista). Ed ha chiuso alle moschee fai- da-te.
Ora questo fenomeno che ha interessato il Maghreb per decenni si sta spingendo pericolosamente in Europa. In Spagna, l’anno scorso, è stato arrestato un imam accusato di abusi sessuali nei confronti di cinque bambine, a cui dava lezioni di Corano in una moschea di Murcia. Quarantasette anni, marocchino, si era istallato appena l’anno precedente nel sud-est del paese, presso la moschea di El Algar.
Un altro caso in Olanda. In una piccola sala di preghiera un altro predicatore è stato accusato di abusi su una bambina di tre anni e mezzo. Solo nell’agosto 2008 madre e figlia hanno sporto denuncia presso le autorità marocchine.
Se a livello sociale c’è ancora chi nella comunità islamica fatica a dare il giusto peso a certi episodi, la giustizia ha invece ben compreso l’importanza di perseguire casi del genere. Quella olandese, ad esempio, ha fatto sapere di essere intenzionata a richiedere l’estradizione dell’imam accusato di violenze. Che nel frattempo si era rifugiato in Marocco.

Sex Crimes & The Vatican

Sex Crimes & The Vatican

La BBC ha realizzato un documentario sulla vicenda dei processi di pretofilia e sul ruolo di Sua Impunità Natzinger per insabbiarli tirarando abilmente i fili della ragnatela del potere Vaticano in cui sono imbrigliati accondiscendentemente politici e uomini di potere di tutto il pianeta.

Il documentario è disponibile su YouTube con sottotitoli in italiano:

Documentatevi e, quando incrociate qualche fedele genuflesso a farsi il segno della croce, ricordategli chi è quel pastore di lupi portavoce della Chiesa e invitatelo a riflettere sul fatto che farebbe meglio a investire l’1-per-mille in uno spray urticante da regalare ai suoi figli per difendersi da preti molestatori.

Saverio Tommasi: OPERAZIONE PRETOFILIA

Saverio Tommasi: OPERAZIONE PRETOFILIA

Saverio Tommasi non cessa mai di stupirci… questa volta a finire nel mirino (di una microcamera nascosta) sono stati i colletti viola.

Quando Nazinger assurse all’ufficio di Pontefice, riuscì al contempo ad ottenere dal Dio semita il vicariato in Terra e, da Bush, l’immunità diplomatica in un processo statunitense che lo vedeva coinvolto in una rete di pretofolia. L’immunità concessa a Papa Maledictus XVI determinò la chiusura dei processi, e la rete pretopedofilica la passò liscia come la vasellina.

Nell’ondata di indignazione che ne scaturì emersero una serie di notizie interessanti, tra cui l’esistenza del documento Crimen sollicitationis, una direttiva del Sant’Uffizio che istruiva il clero su come comportarsi nel caso fosse venuto a conoscenza di preti che avevano sfruttato il confessionale per indulgere in atti sessuali con i petinenti.

A qualche anno di distanza, Saverio si chiede “Ma oggi, come stanno le cose? Persiste un clima di omertà in tal senso?” Detto è fatto, Saverio—che è un po’ come San Tommaso e non ci crede finché non c’ha ficcato il naso!—armato di carta e penna ha scritto alle 18 diocesi toscane una lettera in cui «confessava» di essere un omosessuale in procinto di sposarsi con una donna all’oscuro della sua omosessualità e del fatto che da bambino ricevette le attenzioni sessuali di un prete tutt’ora in servizio. Nella lettera chiedeva consiglio.

Solo 7 diocesi risposero alla lettera, ma solo 2 preti proposero a Saverio un incontro. E Saverio si presenta a quei 2 incontri armato di una microtelecamera nascosta e pubblica i 2 video dei colloqui.

Il primo prete gli consiglia di non raccontare alla moglie della propria omosessualità e, soprattutto, si preoccupa di convincerlo a non raccontare a nessuno delle violenze sessuali subite nell’infanzia dal prete ancora in servizio.

Solo il secondo prete gli chiederà di rivelare il nome del prete-pedofilo al fine di smascherarlo e tutelare altri bambini dal rischio di abusi sessuali.

Una preziosa video-inchiesta che non solo ci riconferma l’atteggiamento omertoso della Chiesa sul tema pedofilia, ci insegna anche come una persona armata di grinta e una microcamera nascosta possa mettere in ginocchio anche le istituzioni secolari.

GUARDA LA VIDEOINCHIESTA:

Infestazione Hardcore #4 – 24-25 giugno 2011

Infestazione hardcore #4
24 – 25 giugno 2011
Due giorni hc contro le logiche di mercato

Infestazione hardcore nasce nel 2008 come festival di musica punk-hardcore e non solo, a sostegno di radio blackout ed in reazione ad uno scenario musicale sterile basato sul profitto, dilagante nel micromondo fashion dei locali e circoli vari.

Ciò che vogliamo creare va oltre la musica in sé, si basa su rapporti umani, affinità di pensiero e complicità nel fare.
Perciò il concerto è un mezzo per comunicare, ma anche un pretesto per incontrarsi, creare una rete di contatti, scambiare conoscenze e pratiche attraverso distro, mostre, laboratori e proiezioni.

Per quanto riguarda il benefit, tutto il ricavato va a supportare radio blackout, unica emittente libera a Torino e dintorni, da 19 anni voce di ogni lotta e forma di dissenso; Radio Blackout è autogestita, autofinanziata e si diffonde nell’etere oltre che nella rete grazie allo streaming (per saperne di più www.radioblackout.org e ascolta i 105.250 in FM)

RBO sarà presente come negli scorsi anni con il suo banchetto, a fianco delle numerose altre distro che popolano la scena della due giorni. Dato l’ampio spazio, non c’è limite per banchetti ed esposizioni (comunque contattateci un po’ prima per questioni tecniche); l’iniziativa si svolge all’interno del parco dell’ex manicomio di Collegno, a pochi passi dal Mezcal squat, occupato nel 2006 da alcuni giovani marrani ….

Ai gruppi saranno forniti nutrimento e ospitalità, se necessario un rimborso viaggio tenendo sempre conto che il fine ultimo non è il palco ma il benefit. Per i viandanti è disponibile il prato infestato per l’occasione (portate sacchi a pelo, tende, amache, ecc.).

Questa due giorni è basata sull’autogestione e vuole riaffermare l’autoproduzione musicale e la stessa musica che urla contro lo stato, senza porre troppi limiti di genere: la sostanza sta nell’attitudine hardcore!

Per info e contatti:

 

infestazione@mortemale.org

http://infestazione.noblogs.org/

 

UK: Condoms, pink mitres at anti-pope protest

Thousands of protesters opposed to Pope Benedict XVI and his state visit to Britain marched through London today, slamming the Church over sex abuse, gay rights and a range of other issues.
Condoms, pink mitres at anti-pope protest

Thousands of protesters opposed to Pope Benedict XVI and his state visit to Britain marched through London today, slamming the Church over sex abuse, gay rights and a range of other issues.

A coalition of demonstrators united under the “Protest The Pope” banner started marching at the edge of Hyde Park, where the pontiff was to later hold an open-air prayer vigil for an estimated 80,000 Roman Catholic victims.

An early police estimate said up to 3,000 people were at the rally, while organisers claimed up to 10,000 took part. It is the biggest demonstration during the pope’s four-day state visit to Britain.

With drums and whistles sounding, demonstrators marched through central London to the Downing Street residence of Prime Minister David Cameron.

Some were dressed in priest outfits, while others blew up condoms into balloons and one woman wore blown-up condoms as earrings.

Many protesters wore homemade pink mitres — the pope’s hat — bearing slogans condemning his stance on human rights and child abuse by Catholic priests.

They chanted “Shame on the pope” and “Protect the children, not the pope”.

“We want to send a message to the pope that many British people disagree with all or part of his teaching, on women rights, gay equality and the use of condoms,” one of the march’s organisers, rights campaigner Peter Tatchell, told AFP.

“We are a mix of very different people, Catholics and non-Catholics, we are united in protesting againt the pope’s visit. He shouldn’t be honoured by a state visit,” he added.

Pope Benedict today expressed his “deep sorrow” for the “immense suffering” of children sexually abused by Catholic clerics and later held a private meeting with victims.

Demonstrator Barbara Dorris, from St. Louis in the United States, held a banner with a photograph of herself aged seven at Holy Communion. She said she was abused at that age by a priest.

“We’ve heard apologies but he hasn’t taken any action. He has apologised time and time again but he hasn’t done anything,” she said. Sue Cox, 63, addressed the rally, saying she was abused by a priest in her home aged 10, and again at 13.

“Just to say sorry is not adequate,” she told AFP.

“They need to open their secret files to the authorities, to independent scrutiny, and start making amends to all those people they’ve damaged.”

The rally was organised by a mix of groups, including the British Humanist Association (BHA) and the National Secular Society.

BHA chief executive Andrew Copson told AFP: “It’s fine for the pope to come here as a religious leader. It’s the fact that it’s a state visit that we primarily oppose.”

Benedict is the first Pope to make a state visit — at the invitation of the monarch — to Britain.

Catholic Women’s Ordination organiser Pat Brown said: “We want a more inclusive church, including divorced people, gays and women priests.”

Adele MacDonald-Hewson, 62, called for the Catholic Church to open its doors to women priests. “I think we should have a woman for pope,” she said.

The Vatican said it was “neither surprised nor shocked” by the demo.

“We know there are groups who criticise the Pope and the Vatican, and they have the right to voice their disagreement,” spokesman Federico Lombardi said.

He stressed that “a big part of the population is very happy to see the Pope”.

http://www.timesofmalta.com/articles/view/20100918/world-news/condoms-pi…

Infestazione Hardcore #3 25-26/06 Torino

Infestazione
Hardcore#3 |
25-26 giugno 2010

Due
giorni HC contro le logiche di mercato!



 Gruppi previsti

Venerdì 25 giugno
2010

BAVA
Milano – Hardcore Sperimentale
FCT – Nuoro –
Punk/Hardecore
DILUVIO – Milano -Punk/Hardcore
LACARNE – Torino
– Sludge
ZEITGEIST – Torino – Crust
TOTALICKER – Barcellona –
Crust
BOKANOVSKY
Grenoble – Post Hardcore
JUGOS VAGINALES – Spagna – Punk


Sabato 26 giugno
2010

NEID – Viterbo –
Hardcore
RFT – Milano – Hardcore
BOYS ON DOLLS – Taranto –
PunkRock
DROP THE BOMB – Torino – Rock’n’RollHardcore
GARGANTHA
– Treviso – HardcoreVeganMelodico
1/4 MORTO – Fano –
Hardcore
DISGRACE – Spagna – Hardcore
OFU – Como –
Hardcore
CARLOS DUNGA – Firenze – TrashCore
PATRICIDE
– London – AnarkopunkQueerScene
TWO EYES BLOWING – London –
Anarkopunk


 

 

Infestazione Hardcore
nasce nel 2008 come festival di musica punk-hardcore e non solo, a
sostegno di Radio Blackout e in reazione ad uno scenario musicale
sterile basato sul profitto, dilagante nel micromondo fashion dei
locali e circoli vari.

Ciò che vogliamo creare
va oltre la musica in sè, si basa sui rapporti umani, affinità di
pensiero e complicità nel fare.

Perciò il concerto è
un mezzo per comunicare, ma anche un pretesto per incontrarsi, creare
una rete di contatti, scambiare conoscenze e pratiche attraverso le
distro, le mostre, laboratori e proiezioni.

Per quanto riguarda la
questione monetaria, tutto il ricavato va a supportare Radio
Blackout
, unica emittente libera a torino e dintorni, da
diciott’anni voce di ogni lotta e forma di dissenso; Radio Blackout è
autogestita, autofinanziata, e al momento anche sotto sfratto, per
motivi palesemente politici.

Ha infatti subito da
poco una perquisizione (che voleva essere in realtà un sequestro) in
relazione ad un’indagine sfociata negli arresti del 23 febbraio, che
hanno colpito sette antirazzisti attivi nonchè redattori di Radio
Blackout. Una manovra repressiva mirata a chiudere la bocca di chi
non si piega allo stato, con l’intenzione di sopprimere la già
scarsa libertà di espressione e censurare una realtà scomoda che
vive e cresce a Torino dal 1992.

(Per saperne di più e
per l’audio streaming www.radioblackout.org

e ascolta i 105.250 FM a
Torino).

RBO sarà presente come
negli scorsi anni con il suo banchetto, a fianco delle numerose altre
distro che popolano la scena della due giorni. Dato l’ampio spazio,
non c’è limite per banchetti ed esposizioni (comunque contattateci
un po’ prima per questioni tecniche); l’iniziativa si svolge
all’interno del parco dell’ex manicomio di Collegno, a pochi passi
dal Mezcal Squat, occupato nel 2006 da alcuni giovani
marrani…

I gruppi saranno forniti
di nutrimento e ospitalità, se necessario un rimborso viaggio
tenendo sempre conto che il fine ultimo non è il palco ma il
benefit.

Per i viandanti è
disponibile il prato infestato per l’occasione (portate sacchi a
pelo, tende, amache, ecc)

Questa due giorni è
basata sull’autogestione e vuole riaffermare l’autoproduzione
musicale e la stessa musica che urla contro lo stato, senza porre
troppi limiti di genere: la sostanza sta nell’attitudine hardcore!

Se ti senti affine a
questa linea di pensiero-azione e suoni in un gruppo contattaci al
più presto inviandoci una demo e due parole su ciò che ti spinge a
partecipare.

Blog:
http://infestazione.noblogs.org/

Per contatti:
infestazione@mortemale.org

European Squatting Meeting-17-20/06 Barcellona

 

European
squatting meeting

Giornate
Europee sull’Occupazione

Cornellá
de Llobregat, Barcellona

17-20
Giugno 2010

C.S.O.
La Forsa ( Av. de la Fama, 41
)

L’anno
scorso, il trattato di Lisbona fu adottato definitivamente,
fortificando un’Europa liberale dove i grandi obiettivi sono la
crescita economica e la competitività, la massimizzazione del
profitto capitalista come nucleo della crescita: rafforzamento della
moneta unica e dell’economia finanziaria, ristrutturazione del
profitto dei grandi capitali.

Consideriamo
che il processo d’integrazione europea si muove sulla creazione di
uno scenario comune che presenta le seguenti forme:

  • L’assimilazione
    e il recupero delle lotte sociali per rinforzare lo Stato del
    Capitale.

  • Indurimento
    delle leggi nazionali e internazionali per rinforzare la protezione
    della proprietà privata e il profitto delle imprese e come
    conseguenza logica una più grande precarizzazione e penalizzazione
    della povertà. Perdita dei diritti dei lavoratori, dibattito
    europeo sulla giornata da 65 ore, esternalizzazione della produzione
    e sue conseguenze sociali, economiche, ambientali nel malchiamato
    terzo mondo.

  • Limitazione
    della libera circolazione delle persone per mantenere il contingente
    di mano d’opera economica e disposta a qualsiasi lavoro però
    impedendo allo stesso tempo il flusso di idee e persone. Queste
    restrizioni impediscono il rafforzamento e la solidarietà tra lotte
    comuni, per esempio l’appoggio alle popolazioni migranti (CIE, nuove
    leggi migratorie…) e la nostra capacità di risposta di fronte a
    problemi globali (contro-summit).

Per
questo sentiamo la necessità di rinforzare tutte le lotte di
resistenza che provano a confrontarsi con il sistema capitalista.

La
necessità di incontrare uno strumento di analisi ci porta a
scegliere l’occupazione in sé, da un lato perché nel movimento
confluiscono i punti sopra esposti e dall’altra per il carattere
agglutinatore e trasversale delle lotte. Queste sono quindi delle
giornate per l’analisi collettiva del ruolo dell’occupazione nelle
differenti lotte e il cui obiettivo è generare strumenti che aiutino
ciascun collettivo a ripensare e rafforzare le sue strategie di
fronte ad uno scenario più comune di quello che a volte pensiamo.

Per
quel che riguarda il movimento d’occupazione, crediamo che
attualmente siamo in un punto cruciale che ci dovrebbe portare a
revisionare e valorizzare la occupazione come strumento valido di
lotta e analizzare e approfondire le strategie che si sono usate. Su
questo aspetto pensiamo che sia anche importante rivedere le risposte
giuridiche e repressive delle decisioni prese e come hanno affettato
veramente le nostre lotte. Sono state molto dure le conseguenze
legali? Siamo disposti a subire le condanne? La legalizzazione delle
case occupate ha bloccato o fatto crescere il movimento?

Durante
queste giornate ci piacerebbe approfondire da un lato, i cambi
legali, politici e sociali che ci sono stati in questi anni attorno
agli spazi occupati e si valorizzeranno le differenti strategie che
si sono usate nei differenti luoghi così come le sue conseguenze a
corto e largo raggio.

Vogliamo
senza dubbio evitare le facili comparazioni sui temi e
contestualizzare le esperienze di ogni collettivo per creare
riferimenti ma non modelli statici.

D’altra
parte, ci piacerebbe dedicare uno spazio durante le giornate alle
nuove leggi internazionali e le strategie poliziesche comuni che
possono affettare tanto l’occupazione come altre lotte.

L’obiettivo
è creare un processo collettivo di apprendimento e non creare nuove
organizzazioni né reti d’intercambio.

Vogliamo
fuggire dai dibattiti autoreferenziali e della comparazione sterile,
per sviluppare una prospettiva che ci aiuti a comprendere uno
scenario europeo sempre più uniforme e interconnesso e ad articolare
nuove forme di resistenza.

 

———————————————————————————————————————————— 

Il
prossimo 17, 18, 19 e 20 di giugno, si terrà una Incontro Europeo
sull’Occupazione al “CSO La Forsa” (Avenida de la Fama, 41,
Cornella de Llobregat – Barcelona), quindi stiamo contattando
diversi gruppi in Europa che sono interessati a partecipare.

Ci
piacerebbe che la definizione dei temi trattati sia un processo
collettivo. Quindi inviamo una prima proposta del programma sul quale
stiamo lavorando. Siamo quindi aperti a suggerimenti e opinioni. E’
anche apprezzata qualsiasi forma di diffusione dell’incontro. Se vuoi
poster dell’incontro, puoi richiederli dicendo quanti ne vuoi e dove
spedirli.

Nello
sviluppo del meeting, per rendere semplice la comprensione dei
ponenti e il flusso della discussione, sarà disponibile un sistema
di interpretazione simultanea. Poi, durante le sessioni cercheremo di
apportare alcuni scritti sui differenti aspetti su cui parlare. Se
hai qualche testo che pensi possa essere utile, per favore mandalo
via mail prima del 1 giugno (per fare fotocopie) a :

jornadaskny010@riseup.net

Per
i partecipanti che arrivano da fuori Barcellona, provvederemo
ospitalità e cibo vegano ogni giorno, ma ci piacerebbe che tutti gli
aspetti riguardanti le infrastrutture venissero considerate da
assumersi collettivamente tra i gruppi di lavoro da organizzarsi al
momento.

In
particolare, nella sessione di Sabato sera sulle differenti lotte che
sono state usate dal movimento Squatter come un generatore o come uno
strumento di sviluppo, ci piacerebbe conoscere la tua esperienza. Se
sei interessato a partecipare all’incontro, contattaci il prima
possibile. D’altra parte, se non puoi venire, ma vuoi collaborare,
puoi spedire qualsiasi materiale attinente da aggiungere al blog
dell’incontro.

Per
aggiungerti all’incontro e/o spedire informazioni, puoi contattarci a
: jornadaskny010@riseup.net

Programma:

Mercoledì
16 giugno

Arrivo
e benvenuto: Cibo, Bere e musica dal vivo (Txaranga)

Giovedì
17 giugno

Programma
del mattino

Apertura:
Presentazione dei diversi Squat presenti:

Schema
di presentazione degli spazi sociali:

  • Contesto
    storico: inizio del movimento squatter in Europa

  • Contesto
    politico: aspetti legali, repressione e strategie di risposta
    (contatti e accordi con lo stato, risposta nelle strade,
    assimilazione degli sgomberi)

  • Presente
    e futuro

  • Connessioni
    con altre lotte

Ci
piacerebbe che ogni collettivo potesse schematizzare tutto questo per
essere più facilmente comprensibile.

Programma
della sera

Discussione:

Ci
piacerebbe esporre le differenti strategie contro la repressione
seguite dai differenti spazi e luoghi e i loro effetti a lungo
termine: legalizzazioni, accordi, differenti metodi di risposta
diretta contro gli sgomberi e i suoi effetti sulle attività dello
spazio (come la presenza di bambini, il supporto di gruppi
illegali…)

Venerdì
18 giugno

Programma
del Mattino

Esposizione
di diversi casi particolari di reazione contro gli sgomberi
(cerchiamo di non privilegiare una forma su un’altra e di presentare
un largo spettro di azioni sufficientemente rappresentative nelle
diverse maniere di affrontare l’azione diretta).

Programma
della sera

Dibattito:
le conseguenze delle differenti reazioni agli sgomberi. Quali gli
effetti legali personali e di movimento a lungo termine?

Sabato
19 giugno

Programma
del mattino

Colazione
e teatro all’aria aperta

Manifestazione

Programma
della sera

Presentazione
delle differenti lotte che hanno come motore l’occupazione o che
l’hanno utilizzata per svilupparsi.

Domenica
20 giugno

Programma
del mattino

Discussione-dibattito:

Repressione
poliziesca, sviluppo dei diversi metodi repressivi, se esiste a
livello europeo una politica comune sull’occupazione e cercare di
formare una visione generale da una prospettiva legale europea
(comunanze e differenze tra nazioni e aree) Alcuni punti in
comune?Stanno usando gli stessi metodi di repressione? (Indurimento
delle pene, penalizzazione rinforzata in tutti sensi, condanne a
multe pecuniarie, indurimento degli sgomberi, proposte di
legalizzazione e ricupero degli spazi…)

Programma
della sera

Discussione-dibattito:

Mondo
poliziesco: risorse della polizia europea, come ci affetta, quali
sono i suoi sviluppi e le sue azioni (DNA, banche dati, schede
poliziali degli attivisti, accordi di blocco delle frontiere…)

Conclusioni
e proposte per il futuro.

Concerto,
beveraggi e saluti.

Le
sessioni del mattino e della sera saranno divise in due momenti con
una pausa nel mezzo.

Ci
sarà interpretazione simultanea, porta una normale radio FM con
auricolari per ascoltare l’interpretazione.

Blog:

http://jornadasokupacin.blogspot.com/

E-mail:

jornadaskny010@riseup.net

Luogo:

CSO
La Forsa” (Avenida de la Fama, 41, Cornella de Llobregat –
Barcellona)

 

22-05 Grande giornata della bugia Torino

 
 

No Sindone – sabato 22 maggio 2010 – Via Roma
(Torino). La grande festa della bugia – No Sindone alla Bugiarda

Sabato 22 maggio 2010

 

La grande festa della bugia –
No Sindone alla Bugiarda

Sabato 22 maggio dalle ore 16 – per la “grande festa della bugia”
davanti alla sede de La Stampa in via Roma – ci saremo anche noi.
 

 
Siamo quell@ della Rete No Sindone, quell@ dell’altra Torino. Laica,
anticlericale, senza religione.
Per due mesi abbiamo fatto sentire, forti e chiare, le nostre voci
libere,
abbiamo reso visibili i nostri corpi non irrigiditi dai giochi di ruolo
imposti dalla chiesa cattolica, abbiamo mostrato che, oltre i generi
imposti, c’è chi vive la propria vita da individuo, costruendola, giorno
dopo giorno, in libertà.

I maggiori quotidiani ci hanno ignorati o trattati da delinquenti. Ormai
lo schema, applicato ad ogni voce scomoda, siano no tav, antirazzisti,
occupanti di case o anticlericali è sempre lo stesso: un fragoroso
silenzio, interrotto solo da pagine farcite di falsità e veleni.

Il Primo Maggio la polizia si è schierata di fronte allo spezzone
anticlericale, tentando inutilmente di impedirne l’ingresso in piazza
Castello. Nessuno doveva vedere la papessa con tacchi a spillo, rossetto
blu cobalto, abito bianco e lungo, parrucca biondo platino assisa su un
camion seduta in una vagina gigante. Un vicequestore ci ha guadagnato
una bandierata in testa e un anarchico tre giorni di carcere. I media
hanno
fatto il resto, tra silenzi imbarazzati e veline di questura.

Pochi giornali hanno riportato la notizia scandalosa che a Torino il 2
maggio, oltre a Joseph Ratzinger, in arte Benedetto XVI, c’era anche la
papessa, più in forma e irridente che mai, nonostante il giorno prima
avesse patito gli attacchi di numerosi brutti ceffi in divisa. Ridotte
al minimo le cronache della piazza anticlericale. Mentre i cattolici
celebravano i loro lugubri riti, gli anticlericali hanno riempito per
ore ed ore piazza Madama Cristina di musica, teatro, balli, allegria.
C’è stato anche un corteo spontaneo che ha attraversato le strade di S.
Salvario al ritmo della Samba band. La BBC e la TV svizzera, France
Presse e qualche quotidiano tedesco hanno fatto servizi. Si è scomodata
persino la TV coreana, ma per i media locali era una notizia da ignorare
o nascondere tra i trafiletti di cronaca.

Per due mesi Torino è stata sotto assedio: poliziotti, carabinieri e
militari ad ogni angolo. Una sorta di zona rossa. Niente di ufficiale,
per carità, ma piazza Castello, i giardini reali e tutta la zona
limitrofa al duomo sono off limits per chi non viene con pie intenzioni.
L’ostensione della sindone, spettacolo e business, si è presa ogni
spazio. Ne hanno fatto le spese alcuni anarchici che il 14 maggio – per
protestare contro gli arresti di sette compagni, privati della libertà
per aver resistito alle cariche della polizia dopo uno sgombero – hanno
appeso alle Porte Palatine uno striscione con la scritta “Liberi
tutti”.Il gruppo è ormai alla fermata del tram, quando viene assalito da
poliziotti in borghese. In un batter d’occhio due ragazzi sono
brutalmente gettati a terra, ammanettati e arrestati. A Torino, di
questi tempi, si finisce in galera per uno striscione. Massimo Numa,
vero talento fantascientifico confinato tra le aride colonne della
cronaca, narrerà l’episodio su “La Stampa” come guerriglia urbana e
assalto ai pellegrini, guadagnandosi così il premio Nebula alla carriera
per la straordinaria capacità di evocare e descrivere universi
paralleli.
Il prezioso riconoscimento gli verrà consegnato sabato 22 maggio – dalle
16 – alla sede de “La Stampa” in via Roma in occasione della grande
giornata della bugia.

Non mancate. Ha annunciato la propria partecipazione anche la papessa.

Rete No Sindone – Sotto il lenzuolo niente

GRANDE
GIORNATA DELLA BUGIA – presso la sede della Stampa –
presenta:
Massimo Numa

 

Sabato 22 Maggio 2010 una grande festa
celebrerà al pubblico il primato detenuto dal quotidiano La
Stampa che, grazie al suo giornalista Massimo Numa, si distingue da
sempre e ancora una volta tra le testate giornalistiche torinesi per
la campagna diffamatoria nei confronti della “galassia anarchica”,
degli squatter e non solo.

 

Da sempre le manifestazioni di libero
pensiero, in quanto non omologate o non controllate dalle
istituzioni, subiscono giornalmente da parte degli organi di
informazione, e in particolare da certi giornalisti, un attacco
fortissimo con menzogne e fatti distorti o letteralmente capovolti.

Abbiamo spesso potuto leggere come il
miglior pennivendolo de La Stampa sia in buoni contatti con la
questura e sia pronto a fornire una parziale e menzognera versione
dei fatti che sia però coerente con ciò che viene
comunicato dall’alto.

 

Il più recente esempio: nei
giorni seguenti le perquisizioni e gli arresti del 12 maggio ha
sfoggiato il meglio delle sue qualità qualificando un gruppo
di persone che stendono uno striscione come un gruppo di criminali
(anarchici e delle case occupate) intenzionati ad attaccare la
sindone e la polizia, semplicemente perchè si sono recati
nella “zona rossa” di Torino, le porte palatine.

 

In ultimo questo episodio appena
elencato dovrebbe farci riflettere su come hanno cercato di
giustificare una risposta spropositata e assolutamente di stampo
fascista da parte della polizia che ha arrestato due ragazzi perché
avevano attaccato uno striscione che recava la scritta: “TUTTI
LIBERI” di fronte ai pellegrini.

 

Per questo Sabato saremo alla sede de
La Stampa a distribuire le bugie che ogni giorno si comprano con il
giornale, portando uno e più esempi di come la maggiore
testata giornalistica torinese non sia un organo di informazione
imparziale ma sia complice di questa repressione che vuole limitare
la libertà di tutti.

 

L’APPUNTAMENTO E’ PER
SABATO 22 MAGGIO
DALLE 16 IN VIA ROMA PRESSO LA SEDE DELLA STAMPA

TORINO SQUATTER

16-05 Comunicato Porte Palatine

Sui fatti successi nei pressi delle
Porte palatine a pochi passi dal Duomo di Torino

Comunicato Porte Palatine

Domenica 16 maggio 2010

Dopo la
scarcerazione di Gabriele avvenuta Sabato sera, anche l’arresto di
Andrea si rivela illegittimo persino secondo il giudice che avrebbe
dovuto confermarlo.
Gli sbirri che hanno aggredito i manifestanti a
freddo, che venerdì si erano permessi di mettere uno striscione sulle Porte Palatine con la scritta “ Tutti Liberi”,
sono stati smentiti anche dai loro compari della magistratura che non
si sono sentiti di imbarcarsi in questa ennesima sfacciata
provocazione, improvvisata da una banda di poliziotti in borghese che
volevano mettersi in evidenza. Con loro rimane solo un fedelissimo
servitore. Si chiama Massimo Numa ed è un velinaro della Stampa, pronto
ad ogni menzogna basta che provenga dai corridoi delle questure o
delle caserme dei Carabinieri .
Il buon direttore Mario Calabresi
lo manda avanti ogni qualvolta c’è da scrivere –per infamare- degli
anarchici, antagonisti e Squatter.
Ora passeremo alle denunce
pubbliche dei picchiatori dello Stato.
Andrea e Gabriele sono liberi
senza nessuna restrizione.

Libertà per Davidino, Luca e Luigi.

Torino
Squatters

Related Link: http://www.tuttosquat.net